Piazza Pecori o della Propositura a San Gimignano

A Piazza Pecori si arriva percorrendo una stradina che si trova tra il Duomo di San Gimignano e il Palazzo Comunale. All’entrata della piccola piazza si passa sotto l’arco di San Giovanni, che la collega a Pizza del Duomo all’altezza della scalinata della Collegiata e della Torre grossa. L’arco è decorato in alto da una statua di San Giovanni del 1342, proveniente dalla Porta delle Fonti.

Il nome di Piazza Pecori ci ricorda, Luigi Pecori, un celebre cittadino di San Gimignano. Nato nel 1811 e morto nel 1864, è stato Proposto e appassionato storico del borgo. La Piazza si chiama anche piazza della Propositura, dal nome del palazzo più importante che ospita.

La piccola Piazza Pecori è pavimentata con cotto disposto a spina di pesce ed è accessibile solo a piedi.

Cosa vedere in Piazza Pecori

Sul lato di Piazza Pecori che confina con la Cattedrale è presente la Loggia del Battistero chiamata anche dell’Annunciazione.  Nella Loggia è presente la fonte battesimale realizzata nel 1379 da Giovanni Cecco a forma esagonale fatta spostare qui nel 1472. La fonte battesimale ha delle formelle a bassorilievo delle quali la più importante raffigura proprio il Battesimo di Gesù.
Nella parete di fondo del loggiato appare il bellissimo l’affresco dell’Annunciazione, attribuito a Sebastiano Mainardi uno dei maggiori esponenti della bottega di Domenico Ghirlandaio.

In Piazza Pecori è presente il Palazzo della Propositura. La sua facciata risulta alleggerita, in alto, da belle bifore e davanti, decentrata rispetto alle altre costruzioni, c’è una piccola cisterna coperta da una tettoia in mattoni, edificata dopo la metà del XVII secolo. Il palazzo è oggi sede dell’archivio Capitolare o dell’Opera, che possiede manoscritti quattrocenteschi, pergamene e bolle papali dal 1182. Nell’antico dormitorio dei Cappellani è oggi ospitato il Museo d’Arte Sacra.

Il Museo d’Arte Sacra

Il Museo d’Arte Sacra fu creato nel 1915.  Nel 2002 è stato ampliato recuperando l’ampio loggiato, precedentemente adibito a Museo archeologico. E’ disposto su due piani e articolato in otto sale. Al suo interno si trovano opere provenienti dalla Collegiata e da conventi e chiese del territorio. Raccoglie pregevoli tele, tavole, corali, sculture, terrecotte, resti di monumenti funerari, bassorilievi, tessuti e argenti.

Dopo il restauro del 2014, collocati nella prima sala del Museo, ritorna la cornice cinquecentesca originale del dipinto che rappresenta la Sacra Famiglia con San Giovannino. Entrando, il visitatore vede subito la bella tavola della Sacra Famiglia con San Giovannino nella parete di fondo. Nella stessa sala, inoltre, sono tornati ad essere visibili due curiosi quadri di Matteo Rosselli. Sono opere del quinto decennio del XVII secolo che creano suggestivi giochi ottici. A seconda di come si pone lo spettatore, raffigurano un doppio ritratto del Redentore o della Santa Maria Maddalena, San Francesco o Santa Chiara.

… le sale al piano terra…

1° sala

Al piano terra sono esposti alcuni frammenti marmorei risalenti al XIV- XV secolo. Degne di nota sono anche le sculture lignee del XIV secolo che rappresentano l’Angelo Annunciante e la Madonna. Da qui si accede a una piccola Cappella con un altare di pietre squadrate con mensa di travertino.  Sull’architrave della porta di accesso è riportata la scritta “OPA” cioè Opera del Duomo. La cappella accoglie un Crocifisso ad altorilievo in legno policromo, proveniente dalla Collegiata, probabile opera di scuola fiorentina riferibile ai primi anni del XV secolo e una imponente sedia di legno intagliato detta “della Balia” perché vi si sedeva la balia durante il rito del battesimo. Nel pavimento è presente una Lapide tonda delle famiglie Lupi e Becci.

2° sala

La sala successiva è dedicata alla pittura della Madonna col Bambino e i santi Gimignano, Domenico, Antonino, Girolamo, Caterina d’Alessandria e Lucia di Fra Paolino del 1525. Qui si trovano anche La Discesa al Limbo di Matteo Rosselli, una Santa Fina di Francesco Curradi e una di  Niccolò Lapi.  Il Volto Santo adorato da due confratelli di Sebastiano Mainardi proveniente dalla Pieve della Misericordia; tre tele di Vincenzo Tamagni raffiguranti la Madonna con bambino, San Rocco e Santa Fina. Il Banco da chiesa in legno di noce intagliato, opera di Bartolomeo da Colle, proveniente dalla Collegiata,  Le Storie di Sant’Agostino d’Ippona di Benozzo Gozzoli, tratte dagli affreschi corali della Chiesa di Sant’Agostino.

Si possono ammirare anche il Paliotto bianco di santa Chiara d’Assisi in velluto intagliato in oro e argento, di manifattura francese e  agli splendidi corali miniati di Niccolò di Ser Sozzo e Lippo Vanni fatti eseguire per la Collegiata intorno al 1340.

… le sale del primo piano…

3° sala

Al primo piano partendo con la sala di destra troviamo una tavola del Tamagni, proveniente da S. Chiara e raffigurante la Madonna col BambinoSan Sebastiano e il Beato Bartolo,  ed alcune sculture. Tra queste il Gruppo scultoreo con Annunciazione in legno policromo, di un anonimo scultore toscano, proveniente dalla controfacciata della Collegiata. Esso è composto da due statue di San Gabriele Arcangelo annunciante e della Madonna annunciata di cui rimane solo il busto. Di Pietro Torrigiani, “Il Torrigiano”, è una bella testa di Cristo Redentore donata dal sangimignanese Stefano Coppi. Qui sono conservate anche tre opere di Benedetto da Maiano: il Busto di Gesù Cristo redentore in marmo; la Testa di Angelo, scultura con tracce di doratura proveniente dall’altare maggiore della Collegiata; il Busto di Onofrio di Pietro in marmo scolpito, proveniente dalla Collegiata e commissionatogli dal Comune di San Gimignano.

4° sala

La sala successiva conserva le opere più significative del Museo tra i quali spicca la tavola di Bartolo di Fredi raffigurante la Madonna della Rosa, frammento superstite di un trittico, particolarmente cara ai sangimignanesi.

Credit immagine

L’opera proviene da S. Biagio a Cusona  e rappresenta il Bambino che teneramente offre alla madre un fiore. La terza stanza conserva una Madonna col Bambino in terracotta, derivata da Ghiberti e dipinta da Neri di Bicci, un Crocifisso in legno policromo di Benedetto da Maiano,  il Paliotto Rosso con delle Colombe d’Oro, il Paliotto rosso di Santa Caterina d’Alessandria in velluto e una sinopia di San Gregorio di Domenico Ghirlandaio.

5° sala

La sala consecutiva detta del Tesoro conserva numerosi paramenti ed arredi sacri, tra i quali spiccano una pregiatissima Croce smaltata dell’inizio del XIV secolo e altri finissimi esempi di oreficeria lavorati a sbalzo o a cesello. Al centro della sala un leggio ligneo con fregi d’oro della fine del XVIII secolo e la statua di Sant’Antonio Abate, proveniente dalla chiesa di S. Agostino, opera di Francesco di Valdambrino.

6° – 7° sala

Nelle due stanze successive ci sono alcuni esempi di sculture, bassorilievi e lapidi in marmo tra cui: L’Angelo reggisudario, in marmo, attribuito al senese Goro di Gregorio, la Cuspide a bassorilievo con Gesù Cristo benedicente  in marmo, di scuola senese. La Lapide tombale del sepolcro della nobile famiglia Brogi, presente a San Gimignano a partire dal 1334, proveniente dalla Chiesa di Sant’Agostino e Gesù Cristo in pietà sorretto da due angeli e stemma della famiglia veronese degli Zanobrio, di scuola veneto-fiorentina.

8° sala

Nell’ultima sala che precede il loggiato c’è il Pulpito esagonale con raffigurati Santa Fina, San Gimignano, San Giovanni e la Madonna con angeli, in legno di noce intagliato, di manifattura toscana, proveniente dalla Chiesa della Madonna dei Lumi a San Gimignano.

Credit immagine di copertina

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