Ariccia: il centro focale dei Castelli Romani

Ariccia è uno dei sedici comuni dei Castelli Romani. Il nucleo storico della città di Ariccia è attraversato dall’antica via Appia. Il paese attuale, si è sviluppato intorno all’originario Borgo medioevale. Adagiato su una rupe di tufo è circondato da colline di origine vulcanica.

Ariccia è immersa nel verde del parco dei Castelli Romani, la cui fitta vegetazione cela resti dell’antica civiltà romana. Infatti, si affaccia verso la boscosa Valle Aricia. Un antico bacino lacustre prosciugato dove si trovano i resti della città latina di Aricia. Oggi ne testimoniano l’antichissima storia. Il borgo è da secoli meta di numerosi viaggiatori. In questi luoghi possono ammirare l’armonica combinazione tra arte, storia e natura.

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Cosa fare ad Ariccia

Ariccia è nota per il complesso monumentale chigiano realizzato dal genio Barocco del Bernini. Esso, infatti, realizzò  lo straordinario complesso urbanistico di Piazza di Corte sulla quale si affacciano il Palazzo Chigi e la chiesa di Santa Maria Assunta. Il Bernini partecipò anche alla realizzazione del santuario di Santa Maria di Galloro.

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Un’altra delle maggiori attrattive di Ariccia è l’antico e maestoso Ponte. E’ da considerarsi una tra le più importanti opere di ingegneria del XIX secolo. Dal quale si gode un panorama stupendo. Ad est Monte Cavo e Parco Chigi, ad ovest il mare e buona parte della Pianura Pontina.

Insieme al prestigio degli edifici storici e all’affascinante paesaggio, nell’epoca delle “gite fuori porta”, Ariccia è gettonata per le caratteristiche fraschette. Trattorie locali in cui è possibile gustare la tradizionale porchetta di Ariccia e l’amabile vino dei Castelli.

Ariccia e la sua storia

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Il nome di Ariccia deriva dal latino arare. Secondo una leggenda l’ateniese Ippolito durante il suo viaggio tra i colli Albani incontrò la ninfa Aricia di cui si innamorò. Lo stesso Ippolito fondò la città e le diede il nome della sua amata.

Le origini di Ariccia sono sconosciute, ma sicuramente fu fondata prima di Roma. Come testimoniano le mura di fortificazioni in blocchi di peperino, rivenuti nella parte alta della città, che fanno risalire la cittadina già nell’ VIII, VII secolo a.C.

Ariccia e l’Impero Romano

Ariccia fu la città a capo della Lega Latina. Sul suo territorio, che all’epoca comprendeva anche il lago di Nemi, sorgeva il santuario della dea Diana, sede religiosa della confederazione dei popoli laziali. Per anni il territorio ha dovuto affrontare battaglie difficili per mantenere la propria indipendenza, come la Battaglia di Ariccia nel 505 a.C. Nel 338 a.C., infine, disciolta definitivamente la Lega Latina, Ariccia ottenne la cittadinanza romana.

Come municipio romano ebbe un lungo periodo di splendore. Grazie alla sua fortunata posizione che la fece diventare da subito la prima stazione di sosta lungo la via dell’Appia Antica che la attraversava. Di questo periodo sono testimonianza i resti di ville romane, come ad esempio la Villa dell’Imperatore Vitellio di cui oggi rimangono il ninfeo ed il cisternone.  La città, si espanse e acquistò prestigio. Grazie anche alla bellezza del suo territorio e alla sua vicinanza ai laghi che la resero il luogo di villeggiatura dei più importanti personaggi dell’epoca.

La decadenza della città è probabilmente da collocare dopo il sacco di Roma del 410 da parte dei Visigoti di Alarico, anche se la vita cittadina continuò fino alla metà del V secolo. Durante il Medioevo la città fu saccheggiata e gli assalti durarono fino al 1473 quando la città passò sotto il controllo della famiglia Savelli. I quali fecero eseguire numerose opere, come il palazzo baronale ed il prosciugamento del lago di Vallericcia.

La rinascita di Ariccia

Nel 1661 Ariccia fu acquistata dalla famiglia Chigi. Essa fece riprogettare la struttura della città da Gian Lorenzo Bernini, che si avvalse dell’aiuto di Carlo Fontana. Il Bernini avvolse la città nell’eleganza e nello splendore delle sue opere. Opere del Bernini sono: Palazzo Chigi, il parco attiguo, la piazza e la Chiesa dell’Assunta, ne sono superbi esempi.

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Tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, Ariccia conobbe un periodo di grande splendore. In occasione de Grand Tour d’Italie divenne meta di artisti, letterati, decoratori  che visitando il borgo ne rimasero affascinati.

Durante il XIX secolo la struttura urbanistica di Ariccia cambiò radicalmente in seguito alle modifiche apportate sulla Via Appia. Per volere di Papa Pio IX che fece costruire il ponte a tre ordini di archi che attraversava il fitto bosco, l’attuale Parco Chigi, congiungendola con la Collina di Galloro.

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Durante la Seconda Guerra Mondiale il Ponte venne distrutto da un bombardamento e poi ricostruito nel 1947. Crollato nuovamente nel 1967 venne ricostruito. Oggi, l’antico Ponte, è un’attrattiva panoramica di indubbia imponenza.

Feste e sagre di Ariccia

La patrona di Ariccia è Santa Apollonia che viene festeggiata il 9 febbraio. Durante la quale viene trasportata in processione, per le vie del paese, la statua di legno dorato della santa.

La festa della Signorina istituita per ringraziare la Vergine di Galloro per aver risparmiato gli ariccini dalla peste del 1656, che si stava diffondendo nei paesi limitrofi. Inizialmente festeggiata la prima o seconda domenica di Avvento dal 1668 viene celebrata l’8 dicembre. Inoltre ogni anno viene scelta una giovane ragazza alla quale alla fine della processione viene affidata la statua di Maria Santissima.

La festa della Madonna di Galloro è celebrata nel giorno di Pentecoste. E’ stata istituita da Papa Alessandro VII nel 1661 proprio nel giorno della consacrazione del santuario della Madonna di Galloro. In questo giorno di festa, è organizzata una fiera dedicata prevalentemente all’esposizione di prodotti artigianali, ed animali domestici, come oche, mucche e capre, e dai fuochi pirotecnici.

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La Sagra della Porchetta per omaggiare il prodotto di punta della gastronomia locale. E’nata nel 1950 si tiene ogni anno la prima domenica di settembre. E’ entrata nel numero delle feste tradizionali più note del Lazio, contribuendo a far conoscere in Italia e nel mondo questo prodotto. Per il quale presto si otterrà il marchio di qualità dell’Unione Europea IGP (Indicazione Geografica Protetta).

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