Borgo Virgilio: un’antica storia da scoprire

Borgo Virgilio è un comune in provincia di Mantova.

Borgo Virgilio, nato nel 2014 , dalla fusione tra il comune di Virgilio, lungo il Mincio, e quello di Borgoforte, lungo il Po.

Borgoforte

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Borgoforte è un antico borgo fortificato sulla riva sinistra del Po. Il suo nome deriva da uno sbarramento difensivo costruito nel 1216 dai mantovani per difendersi dagli attacchi di Modena, Reggio e Ferrara. Il borgo fu al centro di dispute territoriali. Nel 1348 subì l’assedio dei Visconti sconfitti poi dai Gonzaga. In quel periodo Borgoforte fu ampliato e venne rinforzata la Rocca con mura difensive e un profondo fossato. Diventò così una delle più importanti della zona. Venne poi distrutta nel 1717 da un’inondazione.

Nel Rinascimento il borgo venne di nuovo fortificato. Le mura partivano dall’antica Rocca, sulle rive del Po, fino all’odierna frazione di Scorzarolo. Nello stesso periodo vennero edificati il Forte Centrale o Forte Magnaguti, il Forte Noyon di Motteggiana, sulla riva destra del Po, e i Forti di Rocchetta e di Bocca di Ganda, rispettivamente a monte e a valle dell’argine maestro del Po. Un sistema che costituiva la testa di ponte posta a difesa della linea di difesa Mantova-Verona, considerata di grande importanza strategica dagli austriaci.

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Della serie di fortificazioni che un tempo si fronteggiavano sulle due sponde del fiume non rimane oggi che il Forte a pianta ottagonale, costruito dagli Austriaci. Il Forte di Borgoforte è stato acquistato dal Comune e utilizzato come sede di attività culturali e ricreative.

A Borgoforte si può visitare la chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista. Venne costruita in stile barocco su progetto di Giovanni Maria Borsotto nel 1724. Al suo interno si possono ammirare le tele di Giuseppe Maria Bazzani.

Virgilio

Paese immediatamente a sud di Mantova. Il nome Virgilio risale al 1884, in onore dell’antico poeta latino nato ad Andes, località individuata nella frazione di Pietole. L’originario nome, modificato con un referendum regio, era Quattroville. Faceva riferimento alle quattro frazioni di Cerese, Pietole, Bellaguarda e Olmazzo.

Storicamente si pensa che il territorio fu occupato fin dalla preistoria. I primi resti rinvenuti risalgono al Neolitico e all’età del Bronzo. Nel V secolo, grazie alla sua vicinanza al Mincio, importante via fluviale usata per i commerci, entrò a far parte dell’influenza etrusca. Successivamente all’invasioni dei Galli perse la sua importanza, che riacquistò sotto l’impero romano; quando le terre vennero distribuite come compenso ai veterani per l’aiuto dato a Roma durante le guerre civili.

Cosa visitare a Borgo Virgilio

A Borgo Virgilio si possono visitare la Chiesa della Natività della Beata Vergine, edificata a Cerese tra il 1825 e il 1913 e la Chiesa si San Celestino Papa costruita a Pietole nel 1833.

Tra gli edifici non religiosi si può visitare il Museo Virgiliano situato nel Palazzo donato dai familiari dell’Ing. Prati al comune. Il museo è diviso in tre parti: una dedicata al poeta Virgilio, una sezione dove sono stati raccolti i reperti archeologici di epoca romana ritrovati sul territorio e una collezione di arte moderna con i dipinti di Ugo Celada.

La Corte Virgiliana, meravigliosa villa rurale costruita nel territorio della frazione di Pietole, sulle rive del Mincio. Successivamente acquistata dai Gonzaga, che l’hanno fatta ristrutturare dall’architetto Viani. Sempre sulle rive del Mincio si trova “Le Romane”, una corte antica dove vennero ritrovati resti etruschi e romani.

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Il Monumento Virgilio situato a Pietole, l’antica Andes Latina, luogo di nascita del grande poeta latino. L’opera fu realizzata dallo scultore Paganini e inaugurata nel 1884 con un discorso tenuto dal poeta Giosuè Carducci. Dal monumento, la strada scende verso il Mincio, sulle cui rive si trova una pietra, per tradizione “il sasso di Virgilio” dove il poeta si riposava durate le sue passeggiate.

Il Forte di Pietole

Sempre a Pietole si può visitare il Forte di Pietole. Costruito nel 1808 per ordine di Napoleone. Venne edificato insieme  a quelli di Belfiore e di San Giorgio a difesa della vicina città di Mantova. Aveva anche lo scopo di difendere l’argine del Mincio nel tratto che dal forte giungeva alle fortificazioni di Migliaretto.

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Durante gli anni il Forte ebbe ruoli diversi. Nel 1814 passò sotto il dominio austriaco che lo completarono e lo trasformarono in polveriera. Durante la prima guerra mondiale fu utilizzato come deposito delle armi fino al 1917 quando un incendio distrusse parte della polveriera. Successivamente rimase abbandonato fino a quando un gruppo di volontari nel 2001 si impegnò a ripulirlo.

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Il forte godeva di una massiccia struttura fortificata, difesa su tre dei quattro lati da grandi terrapieni e da quattro bastioni. Su questi si trovavano le casermette per la difesa del fossato che si distendeva lungo le mura perimetrali. Lungo il suo perimetro, scorre una strada coperta, che mette in comunicazione l’esterno con l’interno della fortezza. Particolari sono le gallerie di contromina che scorro al di sotto della fortificazioni, che potevano essere minate e fatte saltare in aria in caso di necessità, distruggendo le forze nemiche sotto le quali queste passavano.

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