La Chiesa di Santa Maria Assunta ad Ariccia

La Chiesa di Santa Maria Assunta, insieme al Palazzo Chigi, in Piazza di Corte, dà il benvenuto a chi arriva ad Ariccia.

La Collegiata di Santa Maria Assunta è stata realizzata su progetto di Gian Lorenzo Bernini, . La Chiesa di Santa Maria Assunta venne realizzata utilizzando come riferimento le strutture architettoniche del Pantheon. Infatti, ritroviamo la stessa pianta circolare e una sontuosa cupola.

La Chiesa di Santa Maria Assunta di Ariccia

I lavori di costruzione della chiesa di Santa Maria Assunta iniziarono nel 1662, per volere di Papa Alessandro VII Chigi. Fu realizzata dal Bernini che si servì della collaborazione di Carlo Fontana, uno dei suoi allievi migliori. L’Assunta fu consacrata il 16 maggio 1664. La messa venne celebrata dallo stesso Alessandro VII, alla presenza del “cardinal nepote” Flavio Chigi, della curia vaticana e dell’aristocrazia romana.

Nonostante l’architettura della chiesa sia celebrata come una delle opere più perfette del Bernini, pare che l’opera non soddisfò al massimo Papa Alessandro VII, perché risultava poco funzionale per la celebrazione della liturgia.

Nel corso degli anni la Chiesa di Santa Maria Assunta subì delle modifiche. tra queste ricordiamo quella del 1771 quando il principe Sigismondo Chigi, commissionò il rifacimento delle parti rovinate della chiesa. Dando a piazza di Corte la sua sistemazione attuale, con la collocazione dell’attuale iscrizione sulla facciata della chiesa e sui cornicioni dei due casini laterali.

Nel 1778 la Collegiata venne consacrata nuovamente e l’altare laterale venne intitolato alla Santissima Trinità ed a Sant’Agostino di Ippona.

La chiesa durante la Seconda Guerra Mondiale fu scampata dai bombardamenti aerei anglo-americani, che colpirono Ariccia il primo febbraio 1944 distruggendo la parte settentrionale di Palazzo Chigi ed il Ponte di Ariccia. Alcuni lavori di riqualificazione furono iniziati a partire dalla fine degli anni ottanta.

La magnifica opera del Bernini

L’esterno della chiesa di Santa Maria Assunta

La chiesa di Santa Maria Assunta ad Ariccia è un’opera che risale alla maturità del Bernini. Essa costituisce l’evoluzione estrema del barocco berniniano verso espressioni di purezza geometrica, rigore costruttivo e semplificazione formale. L’Assunta venne ideata dal Bernini per coinvolgere i fedeli sul tema della redenzione dell’uomo attraverso la grazia. Infatti, ne sono esempio manifesto i santi e la Madonna, la cui assunzione in cielo è visualizzata nel complesso sistema decorativo-pittorico-scultoreo dell’interno.

La chiesa ariccina fu progettata con una pianta circolare sormontata da una cupola. Ai due lati della chiesa, si possono ammirare due edifici; il Casino del Governatore e il Casino del Ministro. Questi sono collegati alla chiesa da una teatrale esedra che la abbraccia nella parte retrostante. L’edificazione dei casini laterali all’Assunta fu portata avanti contemporaneamente ad essa e con grande velocità, perché in uno dovevano essere collocate le Carceri in cui si amministrava la giustizia.

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L’ingresso è preceduto da un portico con tre archi a tutto sesto, richiamato dai due portici laterali anch’essi con tre archi l’uno, ma privi dell’arco a tutto sesto. Originariamente, sul cornicione del portico si leggeva la scritta “Beatae Mariae Virgini Dei Matri in Caelum Assumptae”, accompagnata dallo stemma in marmo di papa Alessandro VII. Dopo i lavori del 1771 voluti dal principe Sigismondo Chigi lo stemma è rimasto ma la scritta sul cornicione è diventata “Deiparae in Coelum Assumptae”. La cui traduzione è “Madre di Dio Assunta in cielo”.  Sopra la porta d’ingresso, c’è una stella che simboleggia sia la Madonna che i Chigi con l’iscrizione “Stella matutina ora pro nobis”.

L’interno della collegiata di Ariccia

All’interno il Bernini fonde pittura, scultura ed architettura in un insieme omogeneo ed unitario, secondo fini simbolici e di comunicazione.

La pavimentazione conserva il disegno berninano a fasce, con al centro lo stemma Chigi. Essa era originariamente in cotto e peperino ed è stata sostituita nel 1956 con l’attuale pavimento in rosso di Verona e fasciature in marmo grigio. All’interno della Chiesa di Santa Maria Assunta si possono ammirare interessanti opere realizzate da i massimi artisti attivi a Roma in quei tempi, vicini al Bernini e al pontefice Alessandro VII.

La cupola

La struttura della cupola, ispirata al Pantheon di Roma, è sorretta da otto pilastri ed interamente stuccata da scultori allievi del Bernini.

interno-santa-maria-assunta-aricciaCredit immagine

Nella calotta della cupola sono raffigurati sedici angeli che sostengono ghirlande e lunghi festoni floreali. L’intera superficie convessa è punteggiata da cassettoni esagonali che vanno a rimpicciolirsi nel progredire verso l’occhialone centrale, al quale convergono le otto fasce bianche dei costoni. L’occhialone centrale è sormontato da una lanterna.

Per il Bernini il lanternino rappresentava l’empireo da cui discende la luce dello Spirito Santo, visualizzata dai costoloni della cupola (il cielo), dai pilastri del tamburo e dalle fasce del pavimento (la terra), convergendo verso il simbolo di papa Chigi al centro.

L’ingresso

Ai due lati della moderna porta d’ingresso sono collocati due fonti battesimali in legno seicenteschi a pianta ovale, oggi privati della loro funzione. L’organo originario, presente nel progetto del Bernini, è stato sostituito da un organo a canne. Lo strumento, collocato sulla cantoria in contro facciata, è racchiuso all’interno della cassa barocca del precedente organo.

L’abside

L’abside è interamente occupato da un grande affresco raffigurante l’Assunzione di Maria. Il dipinto raffigura Maria, sollevata da alcuni angeli, e sotto gli apostoli. Al centro dell’abside c’è l’altare maggiore, che il cardinale Flavio Chigi fece posizionare lì nel 1687. Un nuovo intervento all’abside venne effettuato nel 1779, con l’ampliamento del presbiterio verso la chiesa e la realizzazione di una balaustra in legno che ancora oggi lo delimita.

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La sacrestia

La sacrestia originaria, progettata dal Bernini, fu ritenuta troppo piccola. Per questo nel 1769 venne fatta allargare grazie alle donazioni ricevute dal canonico Paolo Minini e del marchese Orazio Casati. Il canonico donò alla parrocchia alcuni locali a ridosso dell’originaria sagrestia. Mentre il marchese finanziò i lavori di muratura per collegare i due ambienti.

Oggi alla sacrestia si accede per una porticina semi nascosta dietro un pilastro dell’altare maggiore. Nel Novecento nei locali simmetricamente opposti all’attuale sagrestia sono stati ricavati i locali per ospitare un piccolo museo parrocchiale, contenente arredi liturgici relativamente antichi e preziosi ed altre suppellettili sacre conservate nella sagrestia. Negli stessi locali è conservata la statua in legno dorato di Santa Apollonia, la santa patrona di Ariccia. Fu fatta realizzare dai Savelli nella prima metà del Seicento. La statua viene portata in processione con un monumentale baldacchino l’ultima domenica di luglio in occasione della festa patronale. Si conserva anche un notevole Crocifisso ligneo seicentesco del Bernini e antiche stoffe, arredi liturgici e gli angeli della berniniana Macchina delle Quarantore attribuita a Giovan Battista Contini. .

Gli altari

Gli altari laterali sono sei: si presentano rivestiti di stucchi e presentano un timpano alternato sorretto da due colonne.

Gli altari di sinistra sono:

  • l’altare di Sant’Antonio Abate con la tela d’altare “Sant’Antonio abate” eseguita da Giacinto Gimignani;
  • l’altare della Sacra Famiglia con il dipinto La Sacra Famiglia di Ludovico Gimignani;
  • l’altare di San Tommaso da Villanova che accoglie un dipinto di grandi dimensioni raffigurante “San Tommaso da Villanova agonizzante” opera del pittore Raffaele Vanni.

Gli altari di destra sono :

  • l’altare di San Francesco di Sales con il quadro “S. Francesco di Sales” del Taruffi;
  • l’altare di Sant’ Agostino e della Santissima Trinità, questo altare ospita una tela di Bernardino Mei raffigurante “Sant’Agostino”. Sull’altare è collocato un recente dipinto rotondo di piccole dimensioni del Sacro Cuore di Gesù.
  • l’altare San Rocco qui è conservata la tela del “San Rocco” del misterioso Alessandro Mattia da Farnese.
Credit immagine di copertina

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