Il Duomo Dogale al centro di Palmanova

Il Duomo Dogale di Palmanova si affaccia su Piazza Grande. E’ dedicato al Santissimo Redentore ed è la chiesa più importante della città.

La storia del Duomo di Palmanova

La sua costruzione è iniziata nel 1603 per volere del Provveditore Girolamo Cappello.  I lavori però andarono a rilento tra mancanza di fondi, difficoltà di rapporti tra Venezia e lo Stato Pontificio, diritti sulla giurisdizione ecclesiastica vantati dal Patriarcato di Aquileia. Il progetto iniziale subì delle variazioni per problemi statici e necessità di consolidamento della struttura. Una seconda “prima pietra” fu collocata nel 1615. Nel 1636 si costruì il tetto con lunghe travi di larice importati dalla Slovenia. Infine nel 1776 fu ultimato il campanile e il 15 giugno del 1777 fu consacrata la chiesa.

Il Duomo Dogale di Palmanova rimanda allo stile architettonico veneto di ispirazione palladiana, mentre le decorazioni interne si basano sui canoni del barocco.

L’esterno del Duomo Dogale

La facciata è in pietra bianca d’Orsera e pietra grigia di Aurisina, è alta trenta metri e larga ventisei. E’ elegantemente divisa su due ordini da quattro semicolonne e termina con un maestoso frontone. Nella parte inferiore si trovano quattro semicolonne  in stile dorico che slanciano la facciata verso l’alto e i tre ingressi, uno centrale e due laterali, con sopra stemmi e lapidi che rispecchiano l’arte veneta del tempo. L’ordine superiore, separato da quello inferiore da una cornice sporgente, presenta delle semicolonne in stile ionico che dividono lo spazio in tre nicchie. Le nicchie ospitano le statue del Redentore, di San Marco e di Santa Giustina a cui il Duomo è dedicato.

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Sopra una seconda cornice sporgente si trova uno stupendo frontone nel cui oculo centrale campeggia un poderoso leone di San Marco, simbolo della potenza politica e militare della Serenissima Repubblica di Venezia. Il leone che si può vedere oggi è stato realizzato da Busetti nel 1894 in bronzo, per sostituire quello originario rimosso dai francesi.

Sul lato sinistro si trova il campanile. E’ relativamente basso e tozzo rispetto al Duomo. Questa forma era voluta per non renderlo visibile all’esterno della fortezza e per non dare punti di riferimento ai nemici.

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L’interno del Duomo di Palmanova

L’interno del Duomo di Palmanova è ha navata unica, con copertura a capriate eseguite nel 1636 dal carpentiere Giovanni Zambon. Il visitatore può ammirare l’interno a 360°. Nessun ostacolo gli impedisce di osservare le tre cappelle del coro, l’altare maggiore, i quattro altari laterali, l’organo e il pulpito sospeso. Alla sinistra del portone d’ingresso si trova il grande reliquario ligneo, del 1895 di Silvio Piccini, con quattro reliquari a fanale del XVII Secolo. Il fonte battesimale risale al 1614 ed è in pietra d’Aurisina. L’organo fu fatto realizzare dal provveditore Girolamo Dolfin nel 1648, anche se quello che si può vedere oggi è stato completamente rifatto nel XIX Secolo.

Al suo interno il Duomo Dogale di Palmanova è ornato di opere d’arte di grande valore. Tra queste la Pala delle Milizie realizzata da Alessandro Varotari, detto il Padovanino nel 1641, situata sopra l’altare delle Milizie, fatto realizzare dalla famiglia Gradenigo. Essa raffigura i santi Bartolomeo e Girolamo, protettori della famiglia Gradenigo, assieme ai santi guerrieri Teodoro, Barbara e l’arcangelo Gabriele, protettori delle milizie veneziane. Di particolare pregio è anche la piccola madonna lignea attribuita a Domenico da Tolmezzo.

L’altare maggiore è del 1853. Ha due statue settecentesche che raffigurano San Marco e Santa Giustina e una pala del 1854 raffigurante il Santissimo Redentore di Domenico Fabbris. Alle pareti si trovano gli affreschi della Guarigione del cieco e la Consegna delle chiavi. Eseguite su cartoni preparati da Pompeo Randi morto prima di poter terminare l’opera a lui inizialmente assegnata. Importante è anche la pala dell’Annunciazione, realizzata anchessa da Pompeo Randi nel 1877, che si trova appesa sopra l’altare dell’Annunziata,di fronte alla porta della sacrestia.

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Le tre cappelle

Nella Cappella del Carmine, situata a sinistra dell’abside, si possono ammirare l’affresco di Domenico Fabbris con la Maddona della Salute del 1861. Alle pareti si trovano una Pala d’altare con la Madonna della Salute del 1958 di Ernesto Bergagna e una tela con San Filippo di Giorgio Cosatti del 1682. Per ricordare che la cappella fu costruita a ricordo di un voto fatto dai Palmarini nel 1855, quando il colera colpì la zona. Sull’altare si può ammirare la preziosa statua della Madonna lignea realizzata da Domenico da Tolmezzo.

La Cappella del Santissimo Rosario, si trova nell’abside di destra. L’altare che si può vedere oggi, opera di Giacomo Bonin del 1875, ha sostituito l’originale. Sopra di esso si trova la Pala raffigurante la Pietà, realizzata nel 1958 da Fred Pittino. In essa sono conservati numerosi affreschi di Domenico Fabbris tra cui la Comunione degli Apostoli, la Prima Comunione di S. Luigi Gonzaga, il Viatico di S. Girolamo, la Comunione di Giuliana Falconieri, la Comunione di Stanisalo Kostka.

Nella Cappella del Santissimo Sacramento si trova si trova un crocefisso in bronzo dello scultore Ferdinando Bussetti.

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La Sacrestia

La Sacrestia fu iniziata nel 1638, come attestato da un’incisione sulla porta d’ingresso, per volere del provveditore Bertucci Valier. Il suo stemma gentilizio si può ancora vedere sia nel lavabo in marmo rosso di Verona che sul soffitto. In essa sono conservati alcuni pregevoli esempi di mobilio sacro e i pochi suppellettili sacri che sono sfuggite ai furti.

Nella sacrestia si trovano accoglie diverse opere di epoche differenti e i ritratti di nove Provveditori veneti che si succedettero alla guida di Palmanova. Tra le diverse opere ricordiamo la “Vergine con il bambin Gesù ed i santi Marco e Giustina”; l'”Esaltazione delle reliquie di San Spiridione” di Pietro Bainville, che aveva aperto la sua bottega proprio a Palmanova; e “Santa Lucia” opera attribuita al Padovanino.

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